mercoledì 19 settembre 2007

Tanto rumore perché nulla cambi

Le scorse settimane, in merito alle situazioni di degrado e di mancanza di decoro in cui versano molte zone della città, specialmente in prossimità dei siti per il conferimento degli rsu e della raccolta differenziata, l'Assessore all'ecologia Nino Giarratana, ha rilasciato una serie di dichiarazioni nelle quali, con toni acuti e altisonanti, addebitava le responsabilità a gravissimi atteggiamenti da parte di alcuni operatori ecologici "imboscati" e "raccomandati" che cercavano, addirittura, la protezione e l'impunità da parte di non ben definiti patronati politici. Non vogliamo entrare nel merito di tali pesanti dichiarazioni, altri lo hanno fatto ed altri ancora, probabilmente, lo faranno, bensì riportare l'attenzione sulla realtà denunciata da alcuni residenti del quartiere di San Giovanni e che aveva poi portato i media locali ad allargare l'obiettivo su tutta la città.

Abbiamo provato a fare un giro e ci siamo subito resi conto che nulla è cambiato e che la città versa in uno stato pietoso, anche in zone centrali e frequentate da turisti. Spesso il nostro comitato si è occupato di questa problematica e, pertanto, vogliamo provare, in pochi punti, a dare un modesto contributo alla comprensione del fenomeno di degrado urbano e dell'emergenza rifiuti in generale:

- manca l'informazione e la sensibilizzazione sulla raccolta differenziata e su come conferire i rifiuti; poco e niente è stato fatto in questa direzione: sarebbero necessari spot televisivi, manifesti, cartelloni pubblicitari, depliant informativi, insomma niente di trascendentale. Qualcosa del genere si è vista, per pubblicizzare le opere "promesse e mantenute" dall'amministrazione, e questo dimostra che è fattibile;

- le campane o meglio i contenitori, vengono svuotati poche volte e spesso i cittadini sono costretti a lasciare fuori i rifiuti o a peregrinare da un contenitore all'altro nella speranza di trovarne uno non pieno. Andrebbe, quindi, aumentata la frequenza degli svuotamenti;

- i baristi e i ristoratori più sensibili provano a fare la raccolta differenziata, per lo più del vetro, ma magari non potendo permettersi di lasciare incustodite le attività per molto tempo si limitano a portare nelle vicinanze dei contenitori i cartoni con le bottiglie; è, pertanto, evidente che manca ed è indispensabile una raccolta diretta presso queste attività commerciali che producono grandi quantità di rifiuti differenziabili: far passare una moto-ape con un operatore almeno una volta al giorno comporterebbe un aumento notevole ed immediato della raccolta differenziata, un enorme risparmio per il minore conferimento in discarica e non si alimenterebbero le situazioni di degrado e le mini discariche attorno ai contenitori (vedi San Giovanni). Proviamo ad immaginare lo stesso servizio per i cartoni, la plastica, il polistirolo e tutti quei prodotti di scarto degli imballaggi. Proviamo pure ad immaginare aree di raccolta e di conferimento, ad esempio per cartoni e polistirolo, a disposizione di tutti i cittadini e non solo dei commercianti. Lo scatolone e il polistirolo del televisore o del computer, piuttosto che gli imballaggi dei mobili appena acquistati, spesso sono un problema per il cittadino che non sa dove andarli a buttare e che certo non può tenerseli in casa. Migliaia di chilogrammi di rifiuti che non andrebbero in discarica, centinaia di migliaia di euro risparmiati e materie prime recuperate;

- manca una buona informazione sul servizio di raccolta a domicilio degli ingombranti, dei durevoli, di televisori, computer, stampanti, di sfalci e potature etc etc, insomma di tutti quei rifiuti che ritroviamo spesso in pieno centro e continuamente nelle strade di periferia e nelle campagne. Moltissimi di questi rifiuti vanno a finire in discarica mentre potrebbero essere recuperati e costituire una risorsa. Basterebbe potenziare il servizio e farlo sapere ai
cittadini. Chi sarebbe così fesso da faticare per mettere in macchina il frigorifero o pagare un autotrasportatore per andare poi a scaricarlo in giro, rischiando una multa e il biasimo della gente, quando con una telefonata potrebbe risolvere il problema? Veramente pensiamo che i cittadini sono incivili e pure scemi?

- manca un serio controllo su tutte quelle attività commerciali che sono obbligate a conferire i loro rifiuti tramite consorzi, vedi riparatori di elettrodomestici, gommisti, officine etc etc. Quante volte ci capita di vedere batterie, pneumatici, televisori, abbandonati in giro per la città e nelle campagne e spesso in quantità considerevoli, segno che qualcuno del settore se ne libera in tutta tranquillità;

- manca, infine, una seria politica di riduzione dei rifiuti, che educhi i cittadini, a partire dalle scuole, al riuso e al riciclaggio dei beni e solo alla fine del loro ciclo vitale, al conferimento differenziato. Solo se ridurremo la quantità di rifiuti prodotti, potremo pensare di cominciare a risolvere il problema.

In conclusione, a Modica, così come in tutta la provincia, non sarà certo una discarica a salvaguardare il territorio da emergenze "campane", ma solo l'attivazione di tante misure come quelle appena citate e di tante altre ancora ipotizzabili, prima tra tutte una seria e convinta raccolta differenziata con incentivi e sgravi per i cittadini che la praticano. Se i nostri amministratori si ostineranno a non comprenderlo, avviata la prima discarica, dopo due o tre anni arriverà la seconda e poi la terza e così via fino a trasformare tutto in un grande immondezzaio. Al bluff dei termovalorizzatori, poi, solo i più ingenui e qualcuno in malafede continuano a crederci. All'Assessore Giarratana suggeriamo di urlare forte e chiaro per richiedere l'avvio di tutto questo all'amministrazione di cui fa parte e vedrà che questa volta nessun cittadino si offenderà né tanto meno protesterà. Non basteranno, certo, le dichiarazioni forti o il ping pong di responsabilità a risolvere il problema e a mascherare la realtà.












FONTE: Fomenta - Comitato spontaneo di cittadini

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