lunedì 27 ottobre 2008

Un fossile nel giardino di casa

Non capita a tutti di scavare nel giardino di casa e trovare uno scheletro di delfino. Vecchio di milioni di anni per giunta. È accaduto a Modica, nei pressi del sito archeologico di Cava Ispica circa un mese e mezzo fa, anche se il proprietario ha voluto rendere pubblica la notizia solo oggi. Mentre ripuliva il giardino dal pietrame in eccesso un giovane geologo modicano, G. D. G, ha rinvenuto un fossile che affiorava dal terreno. Il professionista ha avvertito immediatamente la direzione del museo di Storia Naturale di Comiso, l’unico in provincia di Ragusa. A seguito dello scavo, dopo le prime rilevazioni fotografiche e le misurazioni, i paleontologi hanno asportato circa 500 Kg di roccia per analizzarla in laboratorio.


Secondo le prime indiscrezioni, lo scheletro apparterebbe a un Neosqualodon, un delfino preistorico vissuto circa 22 milioni di anni fa nei mari dell’area pre-mediterranea. «Non deve sorprendere il rinvenimento di un delfino a Cava Ispica», ha spiegato il proprietario del terreno, in qualità di geologo, «qui, ventidue milioni di anni fa, al posto della cava c’era il mare». È probabile che dopo la morte il corpo del cetaceo si sia adagiato sul fondale costituito da fanghi calcarei, i quali, solidificandosi nel corso delle ere geologiche, lo hanno “imprigionato” e conservato.

Una scoperta casuale ma di grande importanza: in tutto il mondo si conoscono pochi resti fossili di Neosqualodon. Tra questi, uno scheletro parziale composto da alcuni frammenti di mascella e di costole, rinvenuto nei pressi di Monterosso Almo e conservato al Museo di Storia Naturale di Comiso. Ma per un ritrovamento, quello di Cava Ispica, andato a buon fine, ve ne sono altri in cui reperti sono distrutti dagli artefici del rinvenimento per timore che intervenga la Sovrintendenza, ponendo dei vincoli o bloccando eventuali lavori in corso d’opera. Una collaborazione tra il cittadino e gli enti preposti, invece - com’è accaduto nel caso di Cava Ispica - consente di velocizzare i rilievi e salvare reperti che il caso ha voluto far riaffiorare alla luce del sole dopo milioni di anni trascorsi nell’oblio.



Ciao Ciccio


Dal Quadrato della Palma l'ultimo saluto.
Nel tuo inguaribile egocentrismo. Nella tua eccentricità. Nel tuo profondo odio per gli ammincialuti concittadini ed "equinati". Nel tuo amore smisurato per Modica e i suoi figli puri e dimenticati. Nella tua sete di giustizia. Nella tua profonda umanità... Ci mancherai.

Addio dottor Belgiorno.

Ni viriemu Ciccio!


fonte foto: Fabruaria

martedì 14 ottobre 2008

I conti non tornano


Ebbene sì, è stata una lunghissima vacanza. Perdonate il silenzio, ma non potete aspettarvi che un blog abbia regolarità! Epperò l’estate è abbondantemente finita, si ritorna alla routine di sempre, mutando l’ordine dei fattori il risultato non cambia. O sì? I baroni scappano ma i conti non tornano... Ero assente, purtroppo, quella sera di inizio settembre in piazza Matteotti quando, dopo decenni di politica nebulosa e di operazioni finanziarie fin troppo oscure, un sindaco e un’amministrazione decidevano di fare i conti in tasca al Comune e di presentare a tutti i cittadini la realtà. Nuda e cruda. Più di quaranta milioni di euro di debito assommati negli anni da una gestione disinvolta e personalistica della cosa pubblica dove ha sempre contato più la necessità di accontentare l’amico e l’amico dell’amico piuttosto che l’agire in funzione della collettività.

Sembra si stia muovendo bene
, Antonello Buscema. Un sindaco che ha tutte le carte per essere benvoluto dai cittadini modicani: incapace, forse, della politica spettacolo e di giochi pirotecnici retorici come quelli del fu Torchi ma limpido, pragmatico e lucido nel suo difficilissimo ruolo di traghettatore della città in momenti difficili come questi. Perché il rischio del dissesto finanziario c’è. Ed è un rischio reale, un dramma concreto che potrebbe trascinare la città in un vortice di salassi e di mobilità occupazionale in un contesto nazionale offuscato sempre più dalle nubi della recessione. Nonostante abbia detto più volte che avrei preferito il dissesto finanziario alla vittoria di questa sinistra zoppicante – che sembra quasi aver giustificato gli errori e le spese faraoniche delle passate amministrazioni – apprezzo l’impegno e i continui appelli al senso di responsabilità che il sindaco Buscema continua a rivolgere ai cittadini modicani.


Ma non vi sembri, questo, un atto di ossequio nei confronti della sinistra modicana. Continuo a non tenere in gran conto la sinistra modicana nel suo complesso e ritengo che solo alcuni dei suoi rappresentanti possano essere considerati degni componenti dell’amministrazione e del consiglio comunale, persone veramente in grado di lottare e difendere gli interessi della collettività. È un riconoscimento al sindaco in quanto persona, non in quanto appartenente a quel pastrocchio politico che va sotto il nome di Partito Democratico.
È una decisione ponderata quella di “riaprire le ostilità” proprio con questo post. Perché sembra quasi che certi media locali, soprattutto quelli legati al gruppo Minardo – il quale sostenne a spron battuto la candidatura a sindaco dell’illustre sconosciuto Scucces – stiano percorrendo una strada ben precisa. Quella della delegittimazione del sindaco e della sua giunta. Brucerà ancora la sconfitta di Scucces (dietro cui si profilava la presenza ingombrante dell’onorevole Nino), brucerà il fatto che lo zio Riccardo, cacciato in malo modo dagli interessi di famiglia e dal PdL, sia rientrato dalla finestra del potere e conservi, a dispetto di tutto, un ruolo importante nella politica della città.

Innegabile che cavalcare l’onda del malcontento popolare abbia i suoi risvolti positivi. Sappiamo bene quanto la politica possa trarre utilità da giornalisti e mass media compiacenti che tessono ad arte le fila di una notizia fino a darne l’interpretazione voluta. La gente si lamenta delle tasse, delle cartelle esattoriali impazzite, dei servizi che in città funzionano a singhiozzo e certi media cavalcano l’onda. Per informare, si dirà: giusto e legittimo, ma sottile è la linea che separa l’informazione imparziale da operazioni poco nobili. Delegittimare, screditare.

Ecco il perché di questo post.
Perché su certa stampa locale non ho sentito nessuno finora chiedersi chi abbia ridotto il Comune in questo stato. Sarà populista, sarà retorico, ma si tratta di capire e di distribuire delle colpe. Distribuire delle colpe, distribuire la responsabilità ai politici delle passate amministrazioni in modo tale che la gente ricordi come Torchi e compagni di merende hanno ridotto il Comune di Modica e le tasche dei contribuenti. In modo tale che alle prossime elezioni questi signori non si presentino nuovamente con la faccia pulita e sorridente a caccia di poltrone.

Perché state certi che fra qualche anno, se chiederete alla gente un parere sull’amministrazione Buscema la gente vi risponderà con una smorfia di dolore al portafogli ricordando balzelli e cartelle esattoriali. Probabilmente le stesse persone che hanno evaso sistematicamente le tasse comunali per anni nel disinteresse delle istituzioni compiacenti… Ma lasciamo perdere. E se invece chiederete alla gente un parere sulle amministrazioni Torchi sono certo che vi parleranno di Eurochocolate e di Notti bianche e non ricorderanno più qual era la verità: e cioè che le amministrazioni di centrodestra, a Modica, hanno depredato la città di risorse e hanno lasciato nelle casse vuote del Comune solo la polvere e la disperazione di una città ridotta al lastrico.