domenica 17 dicembre 2006

Riuscirà Modica a liberarsi (politicamente) della famiglia Minardo?

Che Modica sia stata un Regno ce lo insegna la storia. “Regnum in regno” amano infatti recitare i nostri politici quando fingono di conoscere la storia della Contea. Che Modica sia ancora un regno in cui signorotti locali, padri padroni della politica, spadroneggiano e fanno bello e cattivo tempo la società civile lo sospettava da tempo. Adesso ne abbiamo avuto la conferma con la dimissione più o meno forzata dell’assessore Scucces in favore di una sconosciuta Simona lo Bello. Non si avrebbe avuto nulla da ridire se questa dimissione fosse stata considerata all’interno della normale dialettica politica.

Peccato che qui la politica non c’entra proprio nulla.

C’entrano invece le spartizioni delle poltrone e il dominio della città da parte di gente fin troppo nota per la propria sete di potere. Dietro l’avvicendamento dell’assessore Scucces sta infatti una durissima lotta per il controllo del potere cittadino tra il vecchio e navigato Riccardo Minardo e il più giovane ma ambizioso Nino, nipote dell’onorevole. Il giovane Nino, cresciuto a pane e liberalismo infatti non si è contentato più della fettina di potere che lo zio prodigo ed affettuoso aveva deciso di lasciargli, ma ha deciso di papparsi l’intera torta e di lasciare allo zio solo le briciole. Non affermiamo nulla di nuovo se diciamo che, ai tempi, la discesa in campo di Riccardo Minardo avvenne quasi esclusivamente per salvaguardare gli interessi ed accrescere il potere della propria famiglia, in primo luogo del fratello petroliere Rosario. Da allora in poi la politica di Riccardo Minardo ha seguito la scia del populismo più puro con le solite promesse: il raddoppio della Ragusa–Catania ad esempio o la defiscalizzazione dei carburanti in provincia di Ragusa. Piccolo particolare: questa defiscalizzazione avrebbe avuto effetto sulle accise, e cioè sulle imposte di produzione, e cioè avrebbe favorito essenzialmente chi questi carburanti in provincia di Ragusa li vende, e credo che a qualche petroliere della famiglia Minardo dovrebbero fischiare le orecchie in questo momento. Certo queste cose non le dicono al momento in cui cercano il voto: la gente sente defiscalizzazione dei carburanti e pensa che pagherà di meno… Eh, come no. Vox populi giunte al nostro orecchio parlavano anche di buoni-benzina spartiti per creare favore elettorale, ma noi preferiamo non credere a queste cose: ci fa troppo schifo pensare che una persona venda la propria dignità per un pieno di benzina, non merita nemmeno di essere chiamata persona.

Per il resto lo stile di Riccardo Minardo ha seguito l’andazzo generale della politica italiana e siciliana di destra, di centro e di sinistra: populismo si diceva, clientes, favori e favoritismi, lavori socialmente utili e cooperative buone solo a creare favore politico, non certo a dare un lavoro sicuro e stabile. Onorevole Minardo a parte chiaramente, che il lavoro sicuro e stabile lo ha trovato a Montecitorio. Eppure la gente lo ha votato e continua a votarlo, lo considera una divinità a cui rivolgersi per qualsiasi problema, ad intercessione con l’autorità e la legge. È doloroso assistere alle processioni di persone che vanno da lui per ogni tipo di richiesta o a quelli che lo difendono perché credono che l’onorevole abbia trovato lavoro al proprio figlio o perché credono che l’onorevole lo abbia aiutato a rientrare nell’elenco delle aziende agricole colpite da calamità o perché ecc. ecc. ecc.

Ma perché non riuscite a capire, cari modicani, che se a voi ha dato UNO è solo perché a lui è toccato MILLE?

Perché non riuscite a capire che siete solo uno strumento nelle sue mani, che siete come tanti fagioli sulla sua cartella della tombola? Gli servite solo per fare tombola, gli servite solo perché continui ad essere eletto, gli servite solo per mantenere la propria posizione di potere. E Nino Minardo sembra aver imparato bene la lezione, imponendosi, come fosse un signorotto medievale, ed ottenendo la sostituzione di un (sembra) buon assessore come Scucces con una sua persona di fiducia, Simona lo Bello. La quale potrebbe anche essere il più onesto e il miglior assessore del mondo, ma non è questo, gentile famiglia Minardo, il modo di fare politica. La politica non è un vostro regno personale, non potete fare quello che volete: politica non significa governo della cosa pubblica per interessi privati, significa governo della cosa pubblica e basta. E il vostro potere finirà quando i modicani capiranno che dietro alle promesse e al clientelismo, dietro ai lavoretti socialmente inutili che durano lo spazio di una legislatura sta solo la vostra avidità e la vostra smania di potere. Il vostro potere finirà quando i modicani comprenderanno che l’apparenza di un favore personale (lavoro, finanziamenti) nasconde la realtà di una catena politica che favorisce voi e solo voi. Il vostro potere finirà quando i modicani smetteranno di strisciare ai vostri piedi e ai vari signorotti della politica di qualsiasi colore.

Ahimé, non molto presto, temo.

FONTE: Il Lunatico