mercoledì 19 settembre 2007

Un'occasione persa per stare zitto

È dovuta trascorrere tutta l’estate prima che il consiglio comunale di Comiso decidesse su un’idea peregrina e bislacca avanzata da uno sparuto gruppuscolo di cittadini. Siamo più o meno in democrazia, non lo nego, perciò è normale che anche le idee più strampalate ed ottuse abbiano il diritto di essere espresse. Salvo poi essere sonoramente bocciate. Sto parlando di una petizione “popolare” presentata il giugno scorso dal presidente dell’associazione Marenostrum Pasquale Puglisi e sottoscritta da poco più di cinquecento persone che chiedeva di cambiare il nome all’aeroporto “Pio La Torre” inaugurato tra mille polemiche l’aprile scorso. Motivo? Secondo la petizione si è scelto “…un nome che ha una precisa connotazione politica e che rischia di affossare, già nella fase iniziale, l’aeroporto che sarà operativo da qui a qualche mese”. Inoltre “…Pio La Torre, pur essendo una figura emblematica per la storia siciliana, non ha diretta attinenza con Comiso”.

Fin troppo facile smontare questa petizione che denota la totale ignoranza della storia recente e, forse il fatto più grave, della storia della propria città e delle figure emblematiche che l’hanno caratterizzata.

Se Pasquale Puglisi voleva polemizzare contro l’inaugurazione di un aeroporto in cui non c’è ancora praticamente nulla si accomodi pure, avrà il mio appoggio. Ma che non si permetta di mettere in mezzo ad una discussione sterile – come tutte le discussioni tra politici – la figura di un eroe siciliano quale Pio La Torre. La petizione afferma che la scelta di Pio La Torre ha una precisa connotazione politica… Ma di cosa stiamo parlando? Vogliamo essere seri? D’accordo, è stato un deputato del Partito Comunista, ma guardare solo alla tessera di partito di Pio La Torre significa non aver capito davvero nulla della sua storia personale. Parliamo di un uomo che per primo nel 1972 presentò in Parlamento una proposta di legge che introduceva il reato di associazione mafiosa ed una norma che prevedeva la confisca dei beni ai mafiosi: tutto ciò quando ancora molti politici siciliani negavano l’esistenza stessa della mafia come struttura verticistica criminale. Parliamo di un uomo che amava la propria terra e che non si tirò mai indietro, che lottò sempre per la libertà della Sicilia e dei siciliani dalla mafia e che per questo fu ucciso nel 1982 insieme a Rosario di Salvo. Non era un politico votato alla causa del proprio partito, era prima di tutto un uomo

E poi scusate, qualcuno vorrebbe cortesemente spiegarmi il motivo per cui questo nome “…rischia di affossare, già nella fase iniziale, l’aeroporto…”? Cosa significa, che la gente che vota centrodestra o i mafiosi eviteranno di usarlo perché è intitolato ad un uomo che va contro le loro scelte politiche o di vita? Non capisco. Infine l’espressione che più mi ha urtato: “…Pio La Torre, pur essendo una figura emblematica per la storia siciliana, non ha diretta attinenza con Comiso”.

In questo caso si può solo rispondere con una sola frase. “Stai zitto per favore”.

Vorrei solo ricordare a Puglisi e ai cinquecento firmatari della petizione che nel 1981 Pio La Torre fu alla testa di una delle più grandi manifestazioni di protesta popolare contro la costruzione della base militare americana di Comiso e contro i missili Cruise che la Nato aveva deciso di spostare proprio a Comiso. Pio La Torre raccolse centomila firme solo in provincia di Ragusa, centomila, e un milione di firme in tutta la Sicilia, un milione di firme su cinque milioni di abitanti.

E questo sarebbe un uomo che non ha attinenza con l’aeroporto di Comiso?

Adesso che la vecchia base Nato è stata riconvertita in aeroporto civile non pensate che sia la naturale conseguenza di ogni cosa intitolare l’aeroporto all’uomo che più di tutti lottò affinché la Sicilia non diventasse il centro militare del Mediterraneo? Io dico di sì, ma evidentemente c’è chi ha una visione talmente limitata del mondo che preferisce guardare alle tessere di partito piuttosto che al valore di un uomo.

Millenni di storia, anni di degrado

Sabato 15 settembre il Comitato per i diritti del cittadino e il Comitato spontaneo Fomenta hanno simulato una visita nei dintorni della testata settentrionale del parco archeologico di Cava Ispica per portare all'attenzione di Comune e Sovrintendenza le tante situazioni di degrado, abbandono e scarsa attenzione in cui versa l'area, specialmente in prossimità dei siti di maggiore importanza.



Già a cominciare dalla poca chiarezza rispetto alla gestione di tali siti: ad esempio, non è stato possibile capire se possono essere visitati i ruderi della chiesa bizantina di San Pancrati e se la visita rientra nel costo del biglietto; nella biglietteria non esiste un avviso, un cartello che informi su cosa è compreso nel costo del biglietto, per non parlare di materiale informativo (cartine, guide etc) completamente assente. Provando a raggiungere dalla strada la chiesa di San Pancrati il gruppo è stato accolto da uno spettacolo poco edificante, con cumuli di rifiuti e sterpaglie proprio all'ingresso e sotto la tabella che dovrebbe indicare, se solo fossero leggibili, la datazione e il nome.



Continuando la visita nella direzione della importantissima tomba a finti pilastri di Baravitalla, ci si imbatte in un area, lontanamente somigliante ad un parcheggio, invasa da vegetazione e rifiuti, con a fianco i servizi igienici ai quali, lo sventurato turista che dovesse trovarsi ad averne bisogno, potrebbe accedere soltanto se dotato di decespugliatore o di machete; i residenti riferivano che all'interno nulla è rimasto dei sanitari e di tutto ciò che costituiva i servizi igienici. Non basterà certamente il tentativo di rimandare a passate gestioni ed amministrazioni, visto che i lavori iniziarono nel 1989 e, a quanto pare non sono mai stati conclusi o collaudati, a giustificare la situazione attuale.



Seguendo un cartello che invita con delle freccette a raggiungere la tomba di Baravitalla e il percorso archeologico, gli improvvisati "turisti amanti dell'archeologia", scoprono che il percorso che porta alla tomba è completamente invaso dalla vegetazione, mentre non c'è assoluta evidenza dell'inizio del percorso archeologico. Diversi sacchi contenenti spazzatura maleodorante da giorni e giorni giacciono sotto la tabella indicante, con una freccia, il fantomatico inizio del percorso. Provando a cercare l'ingresso del percorso, i partecipanti all'iniziativa scoprono che, senza alcuna indicazione di pericolo o di divieto, a pochi metri la strada termina a causa del crollo di un ponte, avvenuta circa 5 anni addietro. La pericolosità di tale situazione e la superficialità con la quale viene ignorata, suscita indignazione e sconcerto, anche perchè fa a pugni con un nuovissimo impianto di illuminazione pubblica a pannelli solari che illumina un'area di poche centinaia di metri proprio prima del ponte. Ci si chiede quale sarà stato il criterio per la scelta di tale sito da illuminare visto che c'è solo una abitazione e che tutto il contesto è nelle condizione prima citate. Attorno al ponte crollato è stato possibile, oltre che avvertire effluvi maleodoranti, scorgere rifiuti di ogni tipo, dalle carcasse di animali, a polistirolo e rifiuti dell'agricoltura, frigoriferi etc.



La visita si conclude cinquanta metri oltre il ponte, dove il gruppo viene attirato da una montagna di rifiuti di ogni tipo, dietro la quale è possibile scorgere, quasi completamente ricoperta da finocchio selvatico, la tomba di Baravitalla, i cui finti pilastri sembrano volersi, comunque, imporre allo squallore del paesaggio circostante.



FONTE: Fomenta - Comitato spontaneo di cittadini

Postilla al post: il blog aveva già posto l'attenzione su questi fatti (clicca qui) ma allora le istituzioni avevano ignorato il problema.

Gira, vota e furrìa

Sorpreso dal risultato democraticamente bulgaro delle scorse elezioni, non c’è che dire. Inutile parlarne a mesi dal risultato – assolutamente legittimo e legittimato, per carità. Non discuterò nemmeno di alcuni casi insoliti anche perché il problema dei modicani non è quello dell’informazione…

Non è vero che la gente non sa: basta scambiare quattro chiacchiere in un bar, parlare con un amico o un parente per venire a sapere di chi ha promesso qualcosa (un lavoro, un’autorizzazione, un avanzamento di carriera) in cambio del voto. Con nomi e cognomi.

Un dato di fatto, che nessuno tuttavia ha l’interesse a denunciare veramente perché altrimenti la festa finirebbe per tutti. La gente sa, solo che non gliene frega nulla di come accadono alcune cose in questa città: l’importante è farsi i fatti propri, ottenere i propri squallidi privilegi e mandare a quel paese la propria dignità di cittadino dotato di pensiero articolato.

Non parlerò delle scorse elezioni anche perché sarebbe inutile. A noi modicani piace lamentarci per poi continuare a votare, e a votare sempre le stesse teste di palazzo. Tuttavia non posso mancare di notare una strana coincidenza. Avendo letto i programmi del centrosinistra, della Guarino e di Carpentieri, curioso notare come questa amministrazione stia cercando di applicare alcuni punti dei propri avversari politici. Forse il centrodestra, non avendo mai presentato un programma alla città e avendo ipnotizzato i propri concittadini con una tavoletta di cioccolata ha pensato bene di raccogliere alcune idee dei propri avversari e spacciarle per proprie.

Ma tant’è: non esiste il diritto d’autore sui programmi elettorali, l’importante è che la città diventi migliore o almeno più vivibile. Però diamine, leggeteli bene i programmi altrui, non limitatevi a scimmiottarli!

Così per il numero da chiamare per far ritirare a casa propria i rifiuti ingombranti: perché metterlo solo sui cassonetti della differenziata e non su tutti i cassonetti? Quante centinaia di euro in più sarebbero potuti costare gli adesivi per tutti i cassonetti?
Così per i gazebo d’informazione turistica… Mettetene qualcuno in più visto che a parte mangiare, bere e dormire ai turisti non diamo alcun servizio degno di questo nome.
Così per il nuovo piano del traffico. Questa amministrazione è riuscita incredibilmente dove altre avevano fallito. Peggiorare la viabilità, già terrificante, del comune di Modica. Mettere qualche senso unico non significa fare un piano del traffico, significa solo far girare in tondo noi poveri cittadini senza capire il motivo di queste grandi manovre, significa far imbestialire i cittadini che dall’oggi al domani vedono stravolti i percorsi abituali senza che questo, da solo, migliori la viabilità.

Durante la passata amministrazione non si è fatto nulla per migliorare una viabilità disastrosa. Adesso si finge di migliorarla, ma non ci vuole molto a capire che ancora una volta ci stanno solo prendendo per i fondelli… Scrusciu ri carta e cubbaita nenti.

FONTE: Il Lunatico


Tanto rumore perché nulla cambi

Le scorse settimane, in merito alle situazioni di degrado e di mancanza di decoro in cui versano molte zone della città, specialmente in prossimità dei siti per il conferimento degli rsu e della raccolta differenziata, l'Assessore all'ecologia Nino Giarratana, ha rilasciato una serie di dichiarazioni nelle quali, con toni acuti e altisonanti, addebitava le responsabilità a gravissimi atteggiamenti da parte di alcuni operatori ecologici "imboscati" e "raccomandati" che cercavano, addirittura, la protezione e l'impunità da parte di non ben definiti patronati politici. Non vogliamo entrare nel merito di tali pesanti dichiarazioni, altri lo hanno fatto ed altri ancora, probabilmente, lo faranno, bensì riportare l'attenzione sulla realtà denunciata da alcuni residenti del quartiere di San Giovanni e che aveva poi portato i media locali ad allargare l'obiettivo su tutta la città.

Abbiamo provato a fare un giro e ci siamo subito resi conto che nulla è cambiato e che la città versa in uno stato pietoso, anche in zone centrali e frequentate da turisti. Spesso il nostro comitato si è occupato di questa problematica e, pertanto, vogliamo provare, in pochi punti, a dare un modesto contributo alla comprensione del fenomeno di degrado urbano e dell'emergenza rifiuti in generale:

- manca l'informazione e la sensibilizzazione sulla raccolta differenziata e su come conferire i rifiuti; poco e niente è stato fatto in questa direzione: sarebbero necessari spot televisivi, manifesti, cartelloni pubblicitari, depliant informativi, insomma niente di trascendentale. Qualcosa del genere si è vista, per pubblicizzare le opere "promesse e mantenute" dall'amministrazione, e questo dimostra che è fattibile;

- le campane o meglio i contenitori, vengono svuotati poche volte e spesso i cittadini sono costretti a lasciare fuori i rifiuti o a peregrinare da un contenitore all'altro nella speranza di trovarne uno non pieno. Andrebbe, quindi, aumentata la frequenza degli svuotamenti;

- i baristi e i ristoratori più sensibili provano a fare la raccolta differenziata, per lo più del vetro, ma magari non potendo permettersi di lasciare incustodite le attività per molto tempo si limitano a portare nelle vicinanze dei contenitori i cartoni con le bottiglie; è, pertanto, evidente che manca ed è indispensabile una raccolta diretta presso queste attività commerciali che producono grandi quantità di rifiuti differenziabili: far passare una moto-ape con un operatore almeno una volta al giorno comporterebbe un aumento notevole ed immediato della raccolta differenziata, un enorme risparmio per il minore conferimento in discarica e non si alimenterebbero le situazioni di degrado e le mini discariche attorno ai contenitori (vedi San Giovanni). Proviamo ad immaginare lo stesso servizio per i cartoni, la plastica, il polistirolo e tutti quei prodotti di scarto degli imballaggi. Proviamo pure ad immaginare aree di raccolta e di conferimento, ad esempio per cartoni e polistirolo, a disposizione di tutti i cittadini e non solo dei commercianti. Lo scatolone e il polistirolo del televisore o del computer, piuttosto che gli imballaggi dei mobili appena acquistati, spesso sono un problema per il cittadino che non sa dove andarli a buttare e che certo non può tenerseli in casa. Migliaia di chilogrammi di rifiuti che non andrebbero in discarica, centinaia di migliaia di euro risparmiati e materie prime recuperate;

- manca una buona informazione sul servizio di raccolta a domicilio degli ingombranti, dei durevoli, di televisori, computer, stampanti, di sfalci e potature etc etc, insomma di tutti quei rifiuti che ritroviamo spesso in pieno centro e continuamente nelle strade di periferia e nelle campagne. Moltissimi di questi rifiuti vanno a finire in discarica mentre potrebbero essere recuperati e costituire una risorsa. Basterebbe potenziare il servizio e farlo sapere ai
cittadini. Chi sarebbe così fesso da faticare per mettere in macchina il frigorifero o pagare un autotrasportatore per andare poi a scaricarlo in giro, rischiando una multa e il biasimo della gente, quando con una telefonata potrebbe risolvere il problema? Veramente pensiamo che i cittadini sono incivili e pure scemi?

- manca un serio controllo su tutte quelle attività commerciali che sono obbligate a conferire i loro rifiuti tramite consorzi, vedi riparatori di elettrodomestici, gommisti, officine etc etc. Quante volte ci capita di vedere batterie, pneumatici, televisori, abbandonati in giro per la città e nelle campagne e spesso in quantità considerevoli, segno che qualcuno del settore se ne libera in tutta tranquillità;

- manca, infine, una seria politica di riduzione dei rifiuti, che educhi i cittadini, a partire dalle scuole, al riuso e al riciclaggio dei beni e solo alla fine del loro ciclo vitale, al conferimento differenziato. Solo se ridurremo la quantità di rifiuti prodotti, potremo pensare di cominciare a risolvere il problema.

In conclusione, a Modica, così come in tutta la provincia, non sarà certo una discarica a salvaguardare il territorio da emergenze "campane", ma solo l'attivazione di tante misure come quelle appena citate e di tante altre ancora ipotizzabili, prima tra tutte una seria e convinta raccolta differenziata con incentivi e sgravi per i cittadini che la praticano. Se i nostri amministratori si ostineranno a non comprenderlo, avviata la prima discarica, dopo due o tre anni arriverà la seconda e poi la terza e così via fino a trasformare tutto in un grande immondezzaio. Al bluff dei termovalorizzatori, poi, solo i più ingenui e qualcuno in malafede continuano a crederci. All'Assessore Giarratana suggeriamo di urlare forte e chiaro per richiedere l'avvio di tutto questo all'amministrazione di cui fa parte e vedrà che questa volta nessun cittadino si offenderà né tanto meno protesterà. Non basteranno, certo, le dichiarazioni forti o il ping pong di responsabilità a risolvere il problema e a mascherare la realtà.












FONTE: Fomenta - Comitato spontaneo di cittadini