L’illuminazione delle campagne modicane, portata a termine in fretta e furia prima delle prossime elezioni amministrative, ha avuto in molti casi una distribuzione sospetta. Un esempio che desideriamo portare all’attenzione riguarda contrada Baravitalla, nello specifico la presenza di cinque lampioni d’illuminazione pubblica in zona Marchesa che servono una sola abitazione.
No, non è un errore di battitura quello che avete appena letto.
Cinque costosi lampioni d’illuminazione pubblica a pannelli solari pagati con i soldi di tutti i cittadini modicani servono ad illuminare una sola casa: eccola.
Chi abiti in quella casa non è dato sapere, ma non si può negare che simili scelte da parte dell’amministrazione siano sospette. Perché proprio quella strada? Perché illuminare solo il tratto di strada antistante quella casa e non l’intera via su cui insistono altre abitazioni? È vero che quella è un’area archeologica ma ciò non giustifica in alcun modo la presenza dei lampioni perché:
- Non esiste sulla strada principale alcuna tabella che indichi la presenza di un’area archeologica;
- Il ponte (detto ra Marchisa) che univa i due versanti della cava, è pericolante da quasi quattro anni, inagibile e mai più riparato;
- La realizzazione di strutture turistiche non è mai avvenuta e quel poco già fatto è stato abbandonato all’incuria e alla mercé dei vandali;
La solita discarica abusiva
Quelli che un tempo furono i servizi igienici
L'ingresso ai servizi igienici ostruito da folta e rigogliosa vegetazione
- L’accesso alle testimonianze archeologiche di quella zona è impossibile a causa dell’erba alta e fitta;
L'ingresso del vialetto che porta alla tomba a finti pilastri detta del Principe
Particolare del vialetto che conduce alla tomba, inaccessibile
- Infine, è altamente improbabile che i turisti visitino Cava Ispica di notte.
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